Turismo sessuale, gli italiani (purtroppo) conquistano il primo posto

Nelle tante sfaccettature del business turistico, c’è sicuramente una statistica nella quale non vorremmo mai trovarci per primi e che, invece, sembra individuare il nostro Paese al primo posto. Uno studio condotto da Ecpat sul turismo sessuale sostiene infatti che l’Italia è al primo posto al mondo come nazione da cui partono più pedofili alla ricerca di minori con i quali praticare delle esperienze sessuali.

Un primato drammatico su un contesto ancora più drammatico, che Ecpat monitora con attenzione fin dal 1990, da quando – cioè – ha lanciato la campagna End Child Prostitution in Asian Tourism. Si noti – come deducibile dal nome della campagna – che all’epoca il fenomeno era quasi circoscritto al solo continente asiatico, e che con il passare degli anni è invece divenuto una piaga globale.

I numeri sono straordinariamente inquietanti. Pare infatti che secondo l’associazione ogni anno un milione di turisti sessuali viaggi verso i Paesi più poveri per fare sesso con bambini e adolescenti, costretti a prostituirsi in cambio di poco denaro. Il giro d’affari conseguente è pari a circa 5 miliardi di dollari all’anno, in prevalente mano delle organizzazioni criminali.

Ebbene, in questo scenario sconfortante, gli italiani sono al primo posto nella classifica del turismo sessuale, precedendo tedeschi, giapponesi, francesi, statunitensi, inglesi e cinesi. In particolar modo, sembra che gli italiani partano principalmente per Paesi come Kenya, Santo Domingo, Colombia e Brasile, mentre la Thailandia è diventata meno “gettonata” in seguito alla politica anti pedofilia realizzata dalle autorità locali.

A evolversi è anche l’identikit di chi è cambiato. I turisti sessuali sono principalmente uomini, in viaggio di lavoro, o anche operatori umanitari. Si tratta nella maggior parte dei casi di clienti occasionali, che spesso “provano” queste esperienze per curiosità. A preoccupare è anche l’abbassamento dell’età media dei turisti sessuali: non più anziani, ma spesso molto giovani, alla ricerca di sesso in terre straniere.

Per poter evitare il propagarsi di questo fenomeno, è stata anche lanciata la campagna sociale Stop Sexual Tourism, organizzata dall’associazione culturale Fiori d’Acciaio insieme a Mete Onlus, e presentata in Senato lo scorso 16 gennaio. In più di 50 aeroporti sarà affisso un manifesto che denuncia il dramma del turismo sessuale per sensibilizzare i viaggiatori su quanto subiscono le vittime. Nella speranza che una simile sensibilizzazione possa servire…

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